Possedeva Ferrari, Porsche, Audi e Mercedes frutto di una maxi evasione fiscale | Il video

All’Emiro vesuviano piacevano le auto di lusso (Ferrari, Porsche, Audi, Mercedes), quelle d’epoca (Fiat 500 Topolino) e motocicli, tanti, d’epoca. 82 tra auto e moto. Un valore inestimabile. Peccato che, probabilmente, gli acquisti di tutti questi beni di lusso siano frutto di una maxi evasione fiscale quantificata dalla Guardia di Finanza in circa 10 milioni di euro. Una ipotesi di reato confermata dal Giudice per le indagini che ha firmato un’ordinanza di custodia cautelare applicativa degli arresti domiciliari nei confronti di un noto imprenditore di San Giorgio a Cremano, operante nel settore della commercializzazione di prodotti energetici, ed eseguita dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli. Contestualmente, i militari hanno proceduto al sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni del valore di quasi 10 milioni di euro.
Indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Nola guidata da Laura Triassi, che ha affidato la delega delle indagini agli specialisti del II Gruppo Tutela Entrate del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli. Tutto parte dalla verifica fiscale a carico della PA.GI. Carburanti S.r.l., società operante nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, con sede legale ed operativa a Volla. L’attività investigativa ha consentito di accertare una maxi evasione fiscale della società petrolifera, la quale, per diversi anni di esercizio, ha dichiarato costi fittizi per oltre 44 milioni di euro evadendo in tal modo l’Imposta sul Valore Aggiunto per circa 10 milioni di euro , collocandosi al centro di un numerosissimo gruppo di imprese fantasma dislocate sull’intero territorio nazionale, la cui finalità era quella di consentire, tra l’altro, alla PA.GI. carburanti di evadere sistematicamente, e per diversi milioni di euro, le imposte derivanti dagli acquisti dei prodotti petroliferi. Un lavoro meticoloso esaminando centinaia e centinaia di documenti e fatture dalle quali sono emerse transazioni commerciali fittizie. Il titolare della Pa.Gi., dominus della frode Iva secondo la Guardia di Finanza, data la sua pluriennale esperienza nel campo del commercio di prodotti petroliferi ha impiegato, sistematicamente, nel corso del tempo, società diverse facenti capo a soggetti compiacenti per attuare le sue finalità illecite e frodare il Fisco per somme rilevantissime. E nella veste di amministratore unico della Pa.Gi. Carburanti S.r.l. ha ricevuto, annotato in contabilità ed indicato in dichiarazione gli importi relativi alle fatture emesse dalle società cartiere (circa 50 nell’ultimo quadriennio), concernenti appunto transazioni commerciali fittizie.
Gli accertamenti eseguiti dagli specialisti della Guardia di Finanza, hanno evidenziato “l’escalation” delle vendite della società che ha registrato una crescita esponenziale del volume d’affari. Una crescita che, grazie al collaudato sistema di frode, le ha consentito di divenire una fra le maggiori aziende che operano in Campania, sbaragliando la concorrenza ed alterando l’intero mercato regionale. Nel solo 2019 sono stati oltre 230 i clienti della Pa.Gi. , tutte società appartenenti al medesimo gruppo familiare. Insomma, un meccanismo fraudolento consolidato tipico della cd. “frode carosello”: tra il venditore all’ingrosso e il soggetto commerciale acquirente del prodotto si interpongono società cartiere (missing trader) create al solo fine di consentire ad altri operatori economici di evadere le imposte, mediante la giustificazione contabile delle cessioni di beni effettuate da ulteriori imprese, realmente operative, che vengono celate al Fisco. Un sistema di scatole cinesi per occultare i profitti. Gli investigatori, proprio al fine di fornire la prova degli acquisti “sotto costo” effettuati dalla stessa S.r.l. operante nel settore dei carburanti, hanno  effettuato una puntuale e innovativa attività di analisi confrontando le quotazioni giornaliere “Platt’s” con i prezzi di acquisto praticati in favore della PA.GI. Carburanti S.r.l. rilevando che il costo di vendita del prodotto alla citata società era nettamente inferiore rispetto a quello normalmente praticato dagli operatori all’ingrosso del settore e, in alcuni casi, anche inferiore al prezzo del primo fornitore. Tutto questo ha consentito alla PA.GI non solo di evadere l’Iva per svariati milioni di euro, ma anche di acquisire una posizione assolutamente dominante sul mercato,  dal momento che a seguito dell’evasione dell’IVA ha raggiunto una posizione quasi monopolistica sul territorio regionale aumentando in maniera esponenziale il proprio volume di affari. Basti pensare che sono circa tre i depositi commerciali di prodotti energetici campani che, per tipologia e volume d’affari, risultano essere simili alla PA.GI. In definitiva, l’indebito risparmio d’imposta ha consentito alla società attenzionata di praticare dei prezzi di vendita del tutto al di fuori del mercato, accaparrandosi una grande fetta di mercato, sia nazionale che regionale con una vorticosa movimentazione di cifre per importi rilevantissimi, così ponendo in essere una concorrenza sleale con grave nocumento alle aziende del settore che operano regolarmente.
Tra i beni sequestrati vi sono anche numerosi veicoli di lusso.
In particolare, le Forze dell’Ordine hanno rinvenute: 4 auto Ferrari (Ferrari FL31 decappotabile anno 2007, Ferrari FL16, anno 1998, Ferrari FL 52 Coupè, anno 2015, Ferrari FL 100, anno 1987); 2 auto Porsche (Porsche 997 turbo, anno 2009, Porsche 982 CB12, anno 2017), 1 Mercedes classe A, anno 2019, 1 Audi Q8, anno 2020, 1 Fiat 500 “Topolino”, anno 1954, 1 Triumph “Spitfire”, anno 1977, 1 Peugeot 208, anno 2016, 1 Mercedes Classe E, anno 2012, nonché 70 motocicli d’epoca (31 lambrette d’epoca e 39 vespe piaggio e ciclomotori d’epoca).

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Nello Fontanella

Giornalista

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