La Giustizia è ammalata?

Dicono che la Giustizia sia ammalata.

Hanno usato il corona virus per bloccarla, illimitatamente, senza motivo e senza sospensione di pena. Nelle aule giudiziarie, diversamente dalle previsioni normative degli innumerevoli DPCM emessi, guarirà, ma a data da destinarsi. A tal proposito, qualche addetto ai lavori, scanzonatamente dice che forse sarebbe meglio che la Giustizia venisse amministrata dai direttori di supermercati. Uno scherzo, come quelli che, in fondo in fondo, celano un pizzico di verità.

Dicono che la Giustizia sia ammalata.

Il senso del rigore lascia il posto a sensazionalismi da talk show. Una corsa al ribasso della magistratura e, purtroppo, della Giustizia italiana. 

Un Magistrato componente del CSM – Consiglio Superiore della Magistratura – telefona ad una diretta TV per attaccare il Ministro della Giustizia. La questione è seria e grave, ma è stata gestita con tempi televisivi. Fuori tempo e fuori luogo.

Si alzano i cori da stadio per un’irresponsabile scarcerazione dei boss, ma di 376 scarcerati, ben 195 erano non ancora condannati, dunque, presunti innocenti. Dei rimanenti, solo 3 erano sottoposti al 41 bis, dei quali uno è un 85enne malato ed un altro un 78enne con meno di 9 mesi di pena ancora da scontare. Sicuramente fra i tanti, qualcuno che forse era meglio far rimanere in carcere c’era! Ma i numeri delle istanze rigettate sono di gran lunga superiori.

Ancor più grave è che il Ministro della Giustizia, svelati gli intrighi (o presunti tali) sulle nomine del D.A.P., vistosi attaccato, risponde presentando alla Camera il “decreto Bonafede”, con il quale tutti (ma proprio tutti) saranno riarrestati! Una riforma che toglie credibilità ai Magistrati di sorveglianza, occupati a bilanciare il diritto alla salute con le esigenze di sicurezza sociale. Ma, soprattutto, un provvedimento superfluo, posto che i Magistrati di sorveglianza sono tenuti a riesaminare i provvedimenti di differimento della pena basati su questioni che attengono al diritto alla salute. Provvedimenti, che si ricorda, vengono adottati con termine di scadenza, sulla base di esigenze terapeutiche del condannato.

Dicono che la Giustizia sia ammalata.

Le intercettazioni dell’inchiesta perugina (il c.d. “caso Palamara”, per intenderci), quelle che aumentano l’audience e fanno vendere più giornali, ci fanno capire l’importanza di recuperare e restituire all’Italia l’indipendenza del Giudice dal Pubblico Ministero. L’ANM – Associazione Nazionale Magistrati – è stata quasi sempre governata da Presidenti e Segretari provenienti dagli Uffici di Procura, pur essendo i Pubblici Ministeri poco meno del 20% dell’intero corpo elettorale. L’intera giurisdizione, gli assetti degli uffici giudiziari, le progressioni in carriera, il potere disciplinare, i distacchi dei fuori ruolo presso Ministeri, Presidenza del Consiglio e Autority, è condizionata dai magistrati della Pubblica Accusa.

La cura per questa malattia è separare le carriere ed impedire i distacchi di Magistrati presso l’esecutivo. Secondo alcuni il CSM andrebbe sciolto e si dovrebbe voltare pagina, ma come si può porre un punto e ripartire se in sostanza nulla cambia? Secondo chi scrive, la cura va ravvisata anche nell’obbligo di valutare i Giudici e sottoporre le loro condotte a controlli e valutazioni. Perché tolta la toga i giudici sono uomini e donne, con le loro debolezze e fragilità, ma il rigore, l’imparzialità, il senso di dovere e giustizia non dovrebbe mai mancare, con o senza toga!

Ho perso il conto delle volte in cui i clienti mi hanno chiesto “se conoscessi questo e quel Giudice” oppure quando mi è stato riferito di un collega “quello è bravo perché conosce i Giudici”. L’Avvocato che si professa bravo perché ammicca a presunte conoscenze con i Magistrati è quello che il mio Magister chiamava “avvocato paglietta”, tali soggetti si vendono per ciò che non sono e dichiarano ciò che non è. A “questi” avrei tanto da dire, ma mi ci vorrebbe un altro articolo. Qui, invece, parliamo dei Giudici, che non decidono sulla base delle conoscenze personali, ma applicano il diritto e gli orientamenti giurisprudenziali, in virtù degli atti e delle difese che vengono loro sottoposte!

Incontro ogni giorno Magistrati che mi riconciliano alla Giustizia ed al senso di Giustizia. Persone perbene e professionisti competenti. Poi, per carità, qualche Magistrato ottuso, incompetente e, talvolta, pure maleducato non manca, ma il diritto italiano permette di impugnare i provvedimenti ingiusti o errati.

Insomma, che non passi il messaggio che la Giustizia italiana è una Non Giustizia, perché ha ancora ottime argomentazioni per difendersi da queste infondate accuse. Ridiamole fiducia, pretendendo rigore, imparzialità e senso del dovere, a partire dai vertici, a partire dall’ANM e dal CSM, a partire dai Ministeri fino ad arrivare all’Ufficio Giudiziario più piccolo. Riprendiamoci la Giustizia che meritiamo, perché un Paese senza Giustizia è un Paese senza futuro.

Nicole Vinci

Avvocato - Segretario A.N.F. Nola - Sindacato Avvocati

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