La pillola delle 16


Mascherine/1

Tutti a lamentarsi del prezzo delle mascherine. Il rapporto tra domanda ed offerta è la principale causa: serve a tutti e non ci sono per tutti. Poi ci sono commercianti speculatori, pochissimi farmacisti (solo 17 su decine di migliaia) e poi c’è l’Iva: il governo ha deciso che sia del 22% come lo champagne e le borse griffate.

E’ sbagliato indicare un prezzo per legge.

Sarebbe un dissuasore formidabile per le migliaia di piccole e medie imprese che valutano se cimentarsi in questo mercato e quindi ridurrebbe ulteriormente l’offerta. 

L’obiettivo deve essere invece quello di aumentare l’offerta di prodotto moltiplicando le produzioni. Solo così il prezzo si abbassa e si compete per qualità e valore reale. Basta vedere quel che sta accadendo con il vertiginoso crollo del prezzo del petrolio al barile: è diminuita la domanda e naturalmente in quel caso se non si riduce l’offerta il crollo non si fermerà.

Cosa accadrà ora? Semplice, si alimenterà (come in tutti i proibizionismi) il mercato nero delle mascherine.

Magari se il governo agevolasse e sostenesse le aziende che vogliono produrre mascherine avremmo fatto un passo in avanti. Se riducesse l’iva per le mascherine dal 22 al 4% i cittadini e le imprese risparmierebbero 7 miliardi.

Mascherine/2

In Campania la pretesa del Presidente De Luca è quella di acquistare mascherine scadenti o a prezzo addirittura maggiorato e rendere le farmacie una specie di distributori automatici selettivi:  a chi si e a chi no, a chi due e chi quattro. Si alimenta così il tour di poveri vecchietti che si trascinano da una farmacia all’altra per poter ottenere qualche mascherina in più.

Domanda: perché le stesse mascherine la regione le acquista ad un prezzo superiore a quello di mercato ?

Paolo Russo

Responsabile per il Mezzogiorno nella Segreteria Nazionale di Azione – medico – scrittore

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