Indegno scippo ai danni del Sud. Intervenga Meloni

Matteo Salvini dimostra scarsa dimestichezza con il Sud, i suoi problemi, le attese, i bisogni e le procedure necessarie per invertire la tendenza al declino.
Prima prova insistentemente a persuadere i cittadini meridionali, neanche i suoi parlamentari ha resi convinti, per quanto siano tutti silenti e sotto coperta per evitare la fatwa del Capitano massimo, che al mezzogiorno avrebbe fatto bene la cura dell’autonomia differenziata che di fatto cristallizza le differenze rendendole ancora più ampie attraverso l’ escamotage della spesa storica per ogni servizio a garanzia di ogni diritto (scuola, assistenza, sanità, trasporto) che al nord è largamente maggiore che al sud.
Non pago del mantra dell’autonomia differenziata si è intestato una nobile causa che fu il cavallo di battaglia del Presidente Berlusconi: il ponte sullo Stretto.
Servono soldi per fare il ponte, i soldi non ci sono ed allora l’intemerato cosa inventa? Di raccattare tutte le risorse già destinate alle due regioni Calabria e Sicilia per importanti opere strategiche come la SS 108 Ionica ed il completamento del porto di Tremestieri a Messina, giusto per fare un esempio.
Insomma il governo Meloni non solo, ovviamente, non investe un euro per il ponte, visto che è un’opera che non interessa l’operoso Nord, ma sottrae risorse già destinate al Sud in un vergognoso gioco delle tre carte.
Anche queste risorse, parliamo di un miliardo e seicento milioni, ci diranno che verranno rimpiazzate come i sei miliardi che sul Pnrr sono stati sottratti da Fitto (ministro per il Sud!) ai Comuni.
Sono certo che i due presidenti che stimo, Roberto Occhiuto e Renato Schifani, hanno tutte le ragioni e l’autorevolezza necessaria per evitare questo ennesimo scippo.
I detrattori del ponte, ed io non sono tra questi, anzi sono favorevolissimo, dicono sì, ma prima del ponte la Sicilia e la Calabria hanno bisogno di strade, ferrovie, impianti di depurazione, impianti di trattamento dei rifiuti…
Tutto vero, io sono però convinto che una grande opera strategica di per sé diventa attrattiva di ulteriori risorse pubbliche e private rendendo cosi il ponte un volano di crescita infrastrutturale delle due regioni.
A meno che non ci sia un Salvini per lo mezzo che costruisce un perverso meccanismo che cancella tutti gli altri investimenti.

Paolo Russo

Responsabile per il Mezzogiorno nella Segreteria Nazionale di Azione – medico – scrittore

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