Caro affitti a Napoli, gli universitari tornano in tenda


Una situazione ormai diventata ingestibile, quella del rincaro degli affitti in Italia. La vicenda è nata al nord, con lo scalpore suscitato per le più assurde cifre richieste per una stanza a Milano, ma negli ultimi mesi ha iniziato ad interessare l’Italia tutta, fino a rendere anche Napoli una città invivibile. “Inquilini facoltosi”, sono quelli che proprietari di immobili ricercano: persone che possano sostenere i costi di una vita fuori da ogni misura. Il problema sopraggiunge quando questa concezione si scontra con una realtà come quella di Napoli, fatta non solo di liberi professionisti e stipendiati, ma anche di studenti fuori-sede che hanno la necessità di vivere la Napoli “universitaria”. Un ateneo, quello federiciano, tra i più antichi del mondo, che si accinge a festeggiare l’ottocentesimo anniversario nel 2024. Eppure, risulta quasi più disagevole frequentarlo oggi, che 800 anni fa. Uno studente medio, non della provincia di Napoli, non campano, deciso a studiare all’Università Federico II -che vanta di ben 163 corsi di laurea- ha da scontrarsi infatti con circostanze più che scomode, la più gravosa delle quali sicuramente si riconduce al dover pagare centinaia e centinaia di euro per un un letto singolo e un bagno in comune, probabilmente con altri otto coinquilini. La carenza di residenze ed alloggi universitari, completa il quadro già di per sé catastrofico. È per questo che sindacati studenteschi come UdU, Unione degli Universitari, cercano di battersi per far sentire la propria voce e combattere una difficoltà che coinvolge tutti gli studenti, attraverso la “protesta delle tende”, avviata già durante lo scorso anno accademico e pronta a riprendere oggi, martedì 26 settembre. La mobilitazione prenderà forma dinanzi la sede principale di Corso Umberto intorno alle 9:30, nella speranza di smuovere le coscienze dei locatori, tra contratti a nero e proposte di appartamenti al limite di qualsiasi condizione di abitabilità.

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