San Giorgio a Cremano, Giustizia per Fulvio: fiaccolata per il ricercatore Cnr

Si è tenuta a San Giorgio a Cremano, la fiaccolata per il giovane Fulvio Filace, laureando in ingegneria meccanica e ricercatore del CNR, consiglio nazionale delle ricerche. Il tirocinante era impegnato nella sperimentazione di un prototipo di un’auto ad alimentazione ibrida insieme alla dottoressa Maria Vittoria Prati. I due hanno trovato la morte in seguito all’esplosione della vettura.
Si sono stretti in migliaia intorno al dolore dei genitori, tutti uniti da un unico desiderio, quello di giustizia.
Non si tratta del primo lutto in questo ambito, né della prima morte di un ragazzo che, affidatosi alle istituzioni, si sentiva sicuro nello svolgere il proprio “lavoro”.
Durante qualsiasi periodo di stage, le condizioni di sicurezza dei tirocinanti, difatti, sono sempre più precarie ed instabili: le disposizioni vengono analizzate con superficialità, i controlli risultano inesistenti e le norme sono seguite in una maniera tutt’altro che certosina. Analogo il caso di Giuliano De Seta, lo studente 18enne di Ceggia morto il 16 settembre sotto una lastra di acciaio, durante il periodo di alternanza scuola-lavoro; quello di Lorenzo Parelli, il 18enne morto nel gennaio 2022 a Udine, schiacciato da una putrella di 150 chili nell’ultimo giorno di un tirocinio non retribuito. Com’è facile percepire, dunque, siamo davanti all’ennesimo caso di studenti che, per entrare nel mondo del lavoro con le giuste competenze, pagano con la loro vita il prezzo del “fare gavetta”. Giovani che si sforzano per modellare il loro futuro, che sognano di fare la differenza o che semplicemente vogliono affermarsi nella propria vita, inconsapevoli che la stessa gli sarà strappata via da un sistema da sempre noncurante delle regole e delle persone.

E così, mentre l’Università di Napoli Federico II esprime il proprio cordoglio per la perdita dell’ambizioso Flavio, il Cnr dichiara di essersi “adoperato per ricostruire le cause del gravissimo evento, e facilitare lo svolgimento delle necessarie e doverose indagini da parte degli inquirenti.” La speranza è quella di ottenere -per davvero, stavolta-“verità e giustizia”, così come gli striscioni di ieri declamavano, e chiarezza sul reale motivo per il quale un’auto sperimentale, che avrebbe dovuto trovarsi ovunque fuorché sulla Tangenziale di Napoli, fosse lì in orario di punta, quel 23 giugno.

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