Regionali: e ora rilanciamo sul merito e sulle competenze

C’è un partito che ha sbaragliato tutti, ha battuto ogni record è primo e non teme le prossime tornate elettorali: l’astensionismo.

Nel Lazio tre milioni e 9mila cittadini non si sono recati alle urne, a Roma addirittura più di due elettori su tre si sono tenuti ben lontani dai seggi. Non è andata meglio in Lombardia dove ben quattro milioni 671 mila residenti hanno disertato le urne. Poco meno di otto milioni di elettori complessivamente hanno ritenuto di non voler esprimere il voto.

Eppure si votava in due giorni (sfatato anche il mito che l’astensionismo sarebbe alimentato dalla norma che limita il voto alla sola domenica).

I cittadini votano e lo fanno con piacere solo quando scelgono credendo in quel che fanno, quando sono animati da una sana tensione sociale, umana, programmatica, quando sono attratti da una personalità convincente, quando credono che la politica, il voto, possano cambiare le cose.

Tutto questo non è stato. Proposte appannate o peggio minestre riscaldate, nessuna risposta alle debolezze dei governi regionali, nessuna vera alternativa, un continuismo che gode del traino e della luna di miele meloniana.

Eppure si votava per i presidenti di due importantissime regioni proprio il motore del Paese la Lombardia e la regione della capitale, il Lazio.

C’era d’aspettarsi una tenzone infuocata che mobilitasse fino all’ultimo indeciso. Invece niente!

Nessuna sollecitazione ha intrigato l’elettore, anzi il senso è quello della depressione, della inutilità, del grigiore.

Troppi hanno scelto di non recarsi alle urne per non rassegnarsi e scegliere il meno peggio.

Ecco, forse la risposta sta tutta qui si vuole provare a scegliere il meglio, a votare per un sogno possibile, per un disegno di sistema, per un’idea di buongoverno…e tutto questo non c’era.

Non sono proprio sicuro che un astensionismo record, così alto si concili con l’invocato regionalismo differenziato, anzi la sensazione che ho è esattamente contraria: quando il grado di fiducia che i cittadini hanno nelle regioni è così basso non credo sia prudente affidare proprio alle disistimate regioni altri poteri. Appare semplice, ma non ascoltare la voce ed i silenzi degli elettori sarebbe imperdonabile!

Paolo Russo

Responsabile per il Mezzogiorno nella Segreteria Nazionale di Azione – medico – scrittore

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