Da Mattarella l’alt autorevole al regionalismo dei ricchi

Non mi piace tirare per la giacca le massime cariche istituzionali e  sostenere così una mia ragione, anche quando sacrosanta. 

Proverò, per questo, ad essere cauto e attento nelle considerazioni: il discorso del Presidente della Repubblica di fine anno è stato alto, nobile, chiaro.

Ha richiamato ognuno alle proprie responsabilità per essere partecipi e protagonisti della comunità nazionale.

Ha spronato il primo premier donna ed il suo governo ad andare avanti sulla strada del confronto con le difficoltà, nel rispetto del mandato elettorale, ha chiesto ai giovani di non essere imprudenti alla guida, nel rispetto della propria ed altrui vita, ha invocato il valore sociale delle imposte.

Ha anche richiamato tutti a riflettere sul divario crescente nei diritti (salute, trasporti, istruzione, assistenza!) tra sud e nord.

Mi è sembrato sì, questo, un alert alla maggioranza in Parlamento a rifuggire cioè impervie strade muscolari per giungere a riforme bandiera che alimentino queste differenze, che approfondiscano i divari, che esasperino i ritardi del mezzogiorno.

Insomma come aveva già in passato puntualizzato: va bene affrontare un regionalismo diverso per regioni a condizione che questo non significhi lasciare indietro chi già oggi ha meno servizi, una ridotta assistenza e minori opportunità di lavoro e sociali.

Farebbe bene il Presidente del Consiglio ad evitare, in questo contesto di criticità e difficoltà di carattere internazionali e congiunturali, una contrapposizione tra aree geografiche del nostro Paese e garantire chi ha a danno di chi non ha.

Non sarebbe una svolta di destra, sarebbe solo una imprudenza foriera di tanti guasti, forse irreparabili!

Paolo Russo

Responsabile per il Mezzogiorno nella Segreteria Nazionale di Azione – medico – scrittore

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