“Non ci resta che piangere. AD10S Diego“: il legame che Maradona aveva con Saviano

“Non ci resta che piangere.  AD10S Diego”, lo striscione apparso sulla ringhiera della direzione del circolo didattico poco dopo le sei della sera, racconta tutto il legame, forte, che Maradona aveva con Saviano. L’arrivo a Napoli del più grande giocatore di tutti i tempi, fu anticipato dalla mezzala argentina Ernesto Arrua, amico personale di Maradona, che nella squadra neroverde del Saviano di promozione giocò 7 mesi per poi trasferirsi alla corte di re Diego. Fu Josè Alberti a consigliarlo ai dirigenti del Saviano. “E’ amico di Maradona”, disse.
Due anni dopo, ottobre 86, alla corte di re Diego arriva invece Francesco, Ciccio Romano, nato a Saviano e cresciuto calcisticamente a Reggio Emilia. Nasce nel giorno della liberazione d’Italia dello stesso anno di Maradona, coetaneo del “pibe de oro” che lo etichetta come la “Tota”, l’appellativo più intimo con il quale Diego chiamava la mamma. “E’ arrivato con lo scudetto sotto al braccio” disse Maradona ai microfoni di bisteccone Galeazzi subito dopo il pareggio sulla Fiorentina che cucì il triangolino tricolore sulla maglie azzurre.
Ciccio Romano fu la chiave di volta del primo scudetto, mingherlino e non troppo veloce, aveva però tutto quello che serviva al Napoli per vincere il primo tricolore della sua storia. Veniva dalla serie B, dalla Triestina, dopo un passato al Milan, e Pier Paolo Marino lo prese per sostituire Eraldo Pecci nel centrocampo azzurro. Lì proprio dove mancava un riferimento centrale, serviva uno che giocasse dietro a Maradona, in mezzo fra Bagni e De Napoli. Il “Tota”
Appunto. Diventò subito amico di Maradona quel ragazzo 26enne che da Saviano, dove ancora lo ricordavano giocare nel cortile di casa a Fressuriello, arrivò a Napoli per regalare ai napoletani un sogno grande come il mondo. Bravo Marino a convincere Ferlaino a scommettere sul ragazzo che era finito nella periferia del calcio. Due buone stagioni nel Milan e un Mundialito eccellente, poi la B con la Triestina. Maradona aveva appena vinto il mondiale, che poteva essere quel “geometra” che Bianchi fece debuttare dopo appena cinque giorni dal suo arrivo a Napoli? Invece fu tutto.
Main sponsor di Cicco fu proprio Maradona. Entro e non uscì più da quella squadra con la quale vinse uno scudetto, una coppa Italia e una coppa Uefa. Tornò a Saviano da eroe, il suo paese lo festeggiò con tutti gli onori in piazza. Saviano al quale Maradona era fortemente legato e dove aveva amici sinceri. Saviano che lo ha ricordato poco dopo le sei della sera con quello striscione che non ha bisogno di “didascalie”

Nello Fontanella

Giornalista

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