Nola, il pasticciere Raffaele Caldarelli dona dolci pasquali ai più bisognosi


Lancia un appello al Governo dopo la chiusura per decreto del suo laboratorio di pasticceria. Ma con grande slancio di solidarietà regala i dolci pasquali ai più  bisognosi. Un bel gesto da parte di un giovane  costretto a chiudere il suo laboraratorio ricorrendo alla cassa integrazione per i propri dipendenti e fermando ogni attività di produzione. Ma ha deciso di regalare un sorriso e tante dolcezze a chi oggi soffre ancora di più. Il giovane pasticciere nolano Raffaele Caldarelli donerà domani i propri  prodotti preparati senza alcun conservante nella massima tutela della sicurezza alimentare, alla chiesa di Santa Brigida a Napoli con la collaborazione della Caritas di Napoli e della signora  Tuccillo.  “L’Italia rappresenta la culla di una vera e sincera cultura gastronomica che a ragion d’essere abbraccia il mondo della pasticceria artigianale – dice Raffaele Caldarelli – in anni trascorsi questo periodo era caratterizzato da profumi di cioccolato e impasti dolci per la creazione delle colombe pasquali che invadevano le nostre strade”. E così che Raffaele ha deciso di fare dono delle sue prelibatezze ai più bisognosi. Ma allo stesso tempo lancia pure un grido d’allarme.  “Oggi noi artigiani del dolce ci troviamo a dover lottare in un confronto impari con le industrie del dolciario: una dignità offesa dall’obbligo di tenere fermi i nostri laboratori dove per anni abbiamo affermato la nostra volontà alla ricerca delle materie prime che garantissero gusti e sapori veri bandendo insaporitori, stabilizzanti, conservanti industriali”, denuncia Raffaele Caldarelli. “Le norme ci impongono la chiusura,ma questo sta comportando non solo la perdita di quote di mercato ma anche la dissoluzione di quella filosofia di cultura alimentare che noi con i nostri laboratori abbiamo per anni cercato di infondere al mercato e all’educazione alimentare dei nostri bambini . E’ necessario riaprire pur tutelando Noi tutti. Ecco perché dovremmo anche noi Pasticceri sposare l’#iovoglioriaprire lanciato dall’amico Gino Sorbillo”,aggiunge. Ma poi si chiede  se non sia meglio ricevere un buon cornetto, una buona colomba artigianale in modo sicuro a casa  che scendere in continuazione per andare nei supermercati che possono essere delle vere e proprie gallerie di microbi e batteri  spesso poco sicuri. “Le persone toccano in continuazione i prodotti esposti e spesso non indossano le mascherine o hanno soltanto una sciarpa messa male davanti alla bocca – aggiunge il giovane pasticciere nolano – e i carrelli nella maggior parte dei casi non vengono neanche lavati e sanificati, sono usati da centinaia di individui ogni santo giorno”. 
Domani sarà lui stesso presente con la Caritas a donare un sorriso e un momento di dolcezza a chi oggi sta patendo nella quotidianità.

Nello Fontanella

Giornalista

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