La pillola delle 16

Il terzo mistero dell’ISS

Non capisco perché per aumentare la verifica dei contagi non si coinvolgano i mille e cinquecento laboratori privati: facendone 100 avremmo  150mila esami  al giorno, in 10 giorni avremmo un milione mezzo di monitorati. Gli esami sarebbero più  sicuri e soprattutto costerebbero meno e sarebbe possibile praticarli in ambienti già sanificati. “Terzo Mistero dell’Istituto superiore di sanità!”

I famosi kit che vedo proliferare si utilizzano dove non è possibile garantire  standard di sicurezza ed accoglienza adeguati ed allora si provvede a fare campagne on the road  che hanno un grado di affidabilità comunque modesto: tanti i falsi negativi e falsi positivi (più o meno intorno al 50%). Tutto questo comporta ulteriori verifiche ed ulteriori costi.

 Ma una cosa semplice proprio non si riesce a fare?

Clic day o riffa?

Se prima si annuncia che l’indennità per partite Iva ed incapienti – -che brutta espressione per dire chi non ha alcun reddito-  si otterrà con un click day  e poi si dice che le risorse sono limitate,  lasciando intendere che chi tardi arriva male alloggia, tutti ovviamente si precipiteranno  per ottenere il beneficio dei 600 euro. Il risultato è quello che si conosce: server in tilt ed accuse di hackeraggio. Lascerei stare le tesi del “gomblotto” permanente e mi curerei di organizzare meglio  le cose per rispondere ai 5 milioni e passa di italiani che hanno bisogno proprio di quei 600 euro.

P.S. dimenticavo ci sono server che gestiscono contemporaneamente miliardi di dati ed interazioni: da Facebook ad Instagram, da Alibaba a Pornohub, da Amazon a eBay, basta utilizzare le giuste competenze.

Paolo Russo

Responsabile per il Mezzogiorno nella Segreteria Nazionale di Azione – medico – scrittore

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