A Rocchetta del Volturno (IS) il museo internazionale delle Guerre mondiali, memoria storica di grandi battaglie

Un luogo dove si narra, attraverso l’esposizione di armi, divise e dotazioni individuali originali, radio ricetrasmittenti, brandine, cassette, gavette, attrezzature sanitarie, oltre che bandiere, bardelle e altre insegne identificative di corpi e reparti, oltre che di mezzi, la vita quotidiana degli uomini alle armi nei due conflitti mondiali e nel lungo dopoguerra del XX secolo. Un luogo che resta fondamentalmente incentrato a ricordare le battaglie avvenute a ridosso del fronte di Cassino tra 1943 e 1944, dai cui campi di battaglia proviene il primo nucleo di materiali. E’ il Museo Internazionale delle Guerre Mondiali, fondato da Johnny Capone e Filippo Sparacino, e gode del Patrocinio dell’Università degli Studi del Molise e della Società Italiana di Storia Militare, ed è ente socio dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano. Vi è altresì una strettissima collaborazione con gli Uffici Storici dello Stato Maggiore dell’Esercito, dell’Aeronautica Militare e della Marina Militare italiani. Si trova a Rocchetta al Volturno, ridente paesello in provincia di Isernia, ai piedi delle Mainarde, le “Dolomiti del Molise”, polo strategico delle Linee Barbara, Victor e Bernard, e della più nota e importante Linea Gustav, ideate dai tedeschi per bloccare l’avanzata degli Alleati. In questi luoghi il 31 marzo 1944, quello che poi sarebbe diventato il Corpo Italiano di Liberazione (CIL), affiancando gli Alleati del V Corpo britannico e del II Corpo polacco, fece arretrare i tedeschi dalle loro linee, costringendoli ad abbandonare materiale di grande importanza bellica. A questo corpo, com’è noto, si deve la liberazione delle Mainarde, della Valle del Volturno e della Val di Sangro, risalendo poi fino alla “Linea Gotica”. Da questi monti iniziò la riscossa italiana contro l’occupante nazista, lungo la via Casilina, pagando però il duro prezzo dell’insensato bombardamento di Monte Cassino. Qui, in questo Museo Internazionale delle Guerre Mondiali, è conservata la memoria storica della grande battaglia della Linea Gustav. “Chi visita questo museo comprende che in ogni epoca l’umanità è stata vittima di armi sempre più efficienti, in grado di moltiplicare le vittime a ogni nuovo conflitto – dice il prof. Matteo Luigi Napolitano, Direttore Scientifico del museo e titolare della cattedra di storia delle relazioni internazionali dell’Università del Molise – l’insegnamento che pertanto vorremmo trasmettere è semplicemente quello della nostra Costituzione: il ripudio della guerra come soluzione delle controversie internazionali”.

Tutto nasce dalla passione giovanile di Capone e Sparacino per le divise, raccolte in ogni angolo del mondo a partire dal 1980 che col tempo è andata via via incrementandosi. Difficile descrivere le emozioni che si vivono entrando in questo posto che ha un fascino tutto particolare. Difficile descrivere l’entusiasmo di Joe Capone che ci accompagna nella visita e ci mostra le sale, le sezioni e i reperti. Tutti materiali d’interesse storico custoditi in questo museo che si mantiene esclusivamente con fondi privati. Alcuni sono esemplari unici, come la Motobomba FFF (nome in codice MB FFF 360). Opera di Prospero Freri, Carlo Filpa e Amedeo Fiore (da qui la tripla “F”), un siluro a traiettoria programmata con andamento a spirale, usato fra il 1942 e il 1943 soprattutto dalla Luftwaffe. Di quest’ “arma segreta” di Mussolini esistono al mondo solo quattro esemplari, ma il Museo di Rocchetta a Volturno è attualmente l’unico ad esporla, dopo l’accuratissimo restauro eseguito dall’Aeronautica Militare. Poi c’è la cosiddetta “sala tecnica” del Museo: vi si conserva la maggior parte delle armi leggere della seconda guerra mondiale, comprese tutte le varianti apportate alle linee di produzione. Le produzioni della pistola mitragliatrice tedesca MP, inclusa l’MP 40/1, evoluzione della MP/40, di cui sono censiti solo cinque esemplari al mondo. Un altro esemplare della MP 40/1 è conservato al Musée de l’Armée aux Invalides, a Parigi, e probabilmente gli altri tre modelli censiti si trovano in collezioni private.
Nella sala dedicata alla prima guerra mondiale sono presenti due proietti da bombarda “400 Tosi”, mentre nell’area esterna dedicata all’Aeronautica Militare fa bella mostra di sé il velivolo North American T6 Texan – Harvard H4M “Phoenix”, prodotto nel 1942 è stato restaurato dal 311° Gruppo Reparto Sperimentale Volo di Pratica di Mare. L’allestimento comunque è basato quasi su un criterio catalografico che espone i materiali, alcuni molto rari, tenendo soprattutto conto della loro corrispondenza con l’arma di appartenenza e la nazionalità. Circa 150 divise e dotazioni individuali originali sono esposte indossate su manichini. Di particolare pregio la sezione dedicata alla storia della Polizia di Stato e a quella, in allestimento, del Corpo Forestale dello Stato.

Di rilievo anche la parte dedicata all’arte con opere di pregio come una porta in legno massello che fu rinvenuta nella sede dell’ex Comando Militare del Corpo Italiano di Liberazione, impegnato sul fronte delle Mainarde nel 1944, decorata dai soldati italiani con scritte e disegni a testimonianza del loro passaggio sul fronte. Spicca, sul lato opposto a quello decorato, un nudo di donna realizzato a matita dall’allora trentenne Renato Guttuso.
E poi opere in gesso, in bronzo e in terracotta dell’artista Luigi Venturini, scultore di spicco del ventennio fascista. La dotazione del museo, come ci spiegano Capone e il professore Napolitano, non è statica ma, continuamente “in progress”, grazie alla fattiva politica di nuove acquisizioni e alla ricerca filologica sulle varie epoche storiche, che ormai abbracciano i secoli ventesimo e ventunesimo. “A tal fine – conferma il professore Napolitano – stiamo procedendo ad ampliamenti logistici e tematici (per es: su Resistenza, deportazione, Shoah e Guerra fredda), ad intese con partner internazionali e alla creazione di una rete di “Sentieri della Storia” con molti comuni che diverranno poli museali ad hoc, dedicati alla storia delle Forze dell’ordine, del Corpo forestale dello Stato, della Croce rossa ecc.”

Insomma un luogo ricco di storia. E di fascino. Da visitare

Nello Fontanella

Giornalista

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