SE WHIRLPOOL SBARACCA LA COLPA È DI DE LUCA E DEL GOVERNO

Scende in campo la corazzata del giorno dopo: ora anche l’immarcescibile presidente De Luca (quello che s’indigna per le sue responsabilità) rende disponibili 20 milioni di euro per mantenere le produzioni Whirlpool a Napoli.

Anche il ministro Patuanelli ed il suo predecessore Di Maio hanno promesso e raggranellato, seppur con insopportabile ritardo, promesse di danari.

Per quale ragione una grande azienda, con sedi produttive sparse in ogni angolo del pianeta, rifiuta pur decine di milioni di euro e chiude una storica attività mandando sul lastrico 430 famiglie, un indotto importante, inginocchiando ulteriormente un territorio già industrialmente asfittico.

Semplicemente perché in questi anni a nessuno è venuto in mente di rafforzare gli eroi coraggiosi che operano al sud, che danno lavoro a centinaia di persone in una giungla di burocrazia ed inefficienze, di deserto istituzionale ed assenza della benché minima azione di supporto.

Trasporti e logistica da far west, credito usuraio, criminalità dietro l’angolo, costi energetici superiori ed incertezza assoluta dal punto di vista del rapporto con la giustizia.

Hai voglia a dare contributi… Questo può allettare imprese decotte, pronte ad utilizzare queste risorse come sostegno, una sorta di industrie che diventano agenzie interinali senza nessuna attenzione a produttività e mercati.

Nessun imprenditore vero, che abbia voglia di affrontare e vincere le sfide del mercato, potrà mai farsi convincere da prebende e regalie prive di un piano industriale.

Noto lo stupore nelle parole del Ministro e del Presidente della Regione che non capiscono (ma é peggio se fanno finta) come un’impresa non si convinca a suon di contante.

Si tratta, cari Patuanelli e De Luca, della vostra incapacità per tempo di alimentare e partecipare ad un progetto industriale per garantire a quelle produzioni competitività e mercato.

Le istituzioni non devono elargire risorse (finiscono presto!) per trattenere le aziende, devono garantire un humus capace di garantire a quanti hanno idee e prodotti di stare profittevolmente sul mercato.

Troppo facile e comodo prendersela con i capitalisti cattivi e predatori, col commercio globale e le sue derive mercatiste… 

La colpa c’è ma è solo di chi in questi anni ha provato scene ad effetto, ma nessuna azione di sostegno e di sistema al nostro fragile tessuto imprenditoriale.

Leggimento

di Paolo Russo Deputato al Parlamento, medico e scrittore

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